Le Muraglie Linguistiche: La Segregazione delle Lingue in Belgio

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Tu puoi parlare, tu puoi ascoltare, tu puoi intendere
la lingua dell’altro
ma rifiuti d’usarla

Tu capisci, tu comprendi, tu ascolti
la lingua del tuo vicino,
ma lingua madre
tua non è,
semmai,
lingua matrigna

Tu che scegli d’importare un idioma straniero,
di colonizzatori altri,
di altre genti, di altri territori,
pur di non usare la lingua del vicino
tuo di casa,

Allora dimmi:
è meno minacciosa questa lingua estranea
a te
perché più distante
da te?

Temi forse che colonizzi di meno
la tua identità,
perché sporcò di meno
la tua storia?

Perché non offese tua madre, tuo padre,
perché non fece chinare il capo ai tuoi fratelli?

Ma si,
certo,
è più facile rifiutare
l’alterità del tuo vicino
di banco-di scuola-
sul tram-sul treno

Rifiutare colui che infrange i tuoi recinti
con gentilezza
o con violenza,

rifiutare colui col quale le tue credenze
discordano
nella grammatica,
come nei principi

Mentre con l’altro a distanza
ti proclami caritatevole
perché l’alterità in astratto
è un principio nobile
condiviso da tutti

Tu dici più giusta
una lingua neutra
sbiadita per te

come per gli altri tuoi concittadini,

Ma tu dici anche:

Ogni lingua
è un organo
mio, tuo, nostro

Come il cristallino nell’occhio
che
il mondo
serve a decifrare

Ogni lingua
è per ciascuno
appartenenza
e dura lotta!

E allora:

Inizia a parlare, dire, sognare
con l’altro
nella sua lingua madre
e lui con te
nella tua

Mescola te stesso nell’altro
partendo dal suo idioma

Non recintarti in ghetti linguistici,
ma ascolta
con la lingua dell’altro
il tuo
stesso Pensiero

Urta e sfracassa
i maledetti confini!

 

 

 

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